martedì 12 febbraio 2013
28-FEBBRAIO LA PROFEZIA DI MALACHIA RAGGIUNGE IL SUO CULMINE
La profezia di Malachia (in latino Prophetia
Sancti Malachiae) è una lista di 112 brevi frasi in latino, da alcuni
ritenute una premonizione attribuita
a San Malachia di Armagh.[1][2]
La lista ha la pretesa di descrivere tutti
i papi (compresi
alcuni antipapi) partendo
da Celestino II (eletto
nel 1143), e si conclude
con un papa descritto come "Petrus Romanus" il cui
pontificato, secondo la profezia, terminerà con la distruzione della città
di Roma.
Provenienza [modifica]
La profezia fu pubblicata nel 1595 da Arnold de Wyon, uno storico benedettino, come
parte del suo libro Lignum Vitæ. Wyon attribuisce la lista a San Malachia,
vescovo di Armagh nel XII secolo. Secondo
la versione tradizionale, nel 1139,
Malachia fu chiamato a Roma da Papa Innocenzo II. A
Roma Malachia ebbe una visione di futuri papi; Malachia riportò la visione, con
una sequenza di passaggi criptici, in un manoscritto dal titolo Prophetia
de Summis Pontificibus. Il manoscritto fu depositato negli Archivi Vaticani e
successivamente dimenticato fino alla sua riscoperta nel 1590.
Dall'altra parte, è stato rilevato che nella biografia di Malachia scritta
da Bernardo di Chiaravalle non ci sono menzioni
della profezia; e non ci sono citazioni della profezia prima della sua
pubblicazione nel 1595.[3] Molti,
compresa l'ultima edizione della Enciclopedia Cattolica, suggeriscono che la profezia
sia un falso del XVI
secolo; alcuni hanno suggerito che sia stata realizzata dal falsario
umbro Alfonso
Ceccarelli attorno al 1590.[4]
Alcuni hanno suggerito che sia stata creata da Nostradamus e
attribuita a Malachia perché un veggente non sarebbe stato attaccato per aver
profetizzato la distruzione del papato. I sostenitori della profezia, come lo
scrittore John Hogue, sostengono che sebbene l'autore della profezia sia
incerto, le predizioni restano valide.
I motti [modifica]
Malachia avrebbe descritto ciascuno dei 111 (o 112, a seconda delle
versioni) futuri pontefici attraverso un "motto"; i motti vanno da
papa Celestino II (1143-1144) fino alla fine dei tempi, descrivendo il destino
dei papi e della Chiesa Cattolica. Non tutti i "motti" hanno la
stessa precisione, alcuni sono molto generici. In particolare, nello scorso
secolo, si è sottolineata la precisione dei motti anteriori al 1600 (cioè
anteriori alla comparsa della presunta profezia) e la minore precisione di
quelli successivi. Tuttavia l'avvicendarsi di quelli che secondo la profezia
sarebbero gli ultimi papi dei tempi (secondo alcune interpretazioni papa
Benedetto XVI sarebbe il penultimo), ha riportato l'attenzione
su questa profezia.
Profezie sui papi anteriori al 1595 [modifica]
Si riportano alcuni esempi:
- papa Celestino II (Ex castro Tiberis =
"da un castello sul Tevere". Il papa era originario di Città di Castello);
- papa Lucio II (Inimicus
expulsus = "nemico espulso, cacciato". Papa Lucio II
aveva il cognome "Caccianemici");
- papa Eugenio III (Ex magnitudine montis=
"dalla grandezza del monte". Papa Eugenio III era signore di
Montemagno);
- papa Alessandro III (Ex ansere custode =
"dall'oca custode". Lo stemma familiare del Papa raffigurava,
fra l'altro, un'oca);
- papa Celestino V (Ex eremo celsus =
"elevato da un eremo"; Papa Celestino V era un eremita).
Profezie sui papi posteriori al 1595 [modifica]
- papa Urbano VIII (Lilium et rosa=
"il giglio e la rosa". Papa Urbano VIII era originario di Firenze, che ha
un giglio rosso nello stemma);
- papa Pio VII (Aquila
rapax= "aquila rapace, ladra". Papa Pio VII fu rapito da
Napoleone, il cui stemma era un'aquila);
- papa Leone XII (Canis
et coluber = "cane e serpente". Papa Leone XII fu
definito dai suoi collaboratori fedele alla causa della Chiesa come il
cane ed allo stesso tempo prudente nei suoi attacchi come un serpente);
- papa Pio IX (Crux
de cruce. Il pontificato di Pio IX vide l'unificazione italiana sotto
i Savoia, nel cui stemma vi era una croce).
Profezie su papi recenti [modifica]
Leone XIII
Il 102º papa ha il motto
"Lumen de coelo". L'emblema di Gioacchino Pecci era una stella cometa
sullo sfondo del cielo.
Pio X
Il 103º papa ha il motto
"Ignis ardens". Per la sua bontà e la sua ardente fede, Giuseppe
Sarto fu proclamato santo. Si potrebbe anche ricordare con quanto zelo egli
combatté il Modernismo.
Benedetto XV
Il 104º papa ha il motto
"Religio depopulata". Il pontificato di Giacomo della Chiesa fu
funestato dagli avvenimenti della Grande Guerra e dai numerosi lutti che ne
conseguirono. Il motto sembra riferirsi all'enorme numero di cattolici che
caddero sul fronte di guerra, ma potrebbe esserci anche un accenno alla
terribile epidemia di spagnola, che fece ancora più vittime partendo proprio
dalla Spagna, un paese cattolico.
Pio XI
Il 105º papa ha il motto
"Fides intrepida". La fede di Achille Ratti, nativo di Desio, lo
indusse a lanciare coraggiosi anatemi contro il comunismo e contro il fascismo
ed il nazismo rampante (enciclica Mit Brennender Sorge, "Con ardente
preoccupazione").
Papa Pio XII
Il 106º papa della
profezia, identificato con papa Pio XII, reca
il motto Pastor angelicus. Il cognome di Pio XII è Pacelli che,
come amava ricordare lo stesso pontefice, in latino vuol dire "Pace del
Cielo" (Pax caeli) e pertanto viene collegato alla profezia. In vita fu
soprannominato Pastor Angelicus e gli fu dedicato un cine-documentario, in cui
Pio XII recitò nel ruolo di se stesso, con questo titolo.
Papa Giovanni XXIII
Il 107º papa,
identificato con papa
Giovanni XXIII, è indicato come Pastor et nauta (pastore
e marinaio). Il pontefice, in quanto tale, è pastore di anime, ma è possibile
che nella storia della Chiesa non tutti i papi l'hanno
trasmesso[che vuol dire?]. Ecco perché si
dice[chi dice?] che: "Lo
Spirito Santo richiamò la sua Chiesa con una forte Irruzione, per far cambiare
rotta con papa Giovanni XXIII". Roncalli fu Patriarca
di Venezia, antica potenza marittima, ed ancora oggi porto di mare.
Inoltre era di umili origini.
Papa Paolo VI
Il 108º papa,
identificato con papa
Paolo VI, viene descritto come Flos florum (fiore dei
fiori). Lo stemma papale di Paolo VI riporta tre gigli.
Papa Giovanni Paolo I
Il 109º papa,
identificato con papa Giovanni Paolo I, viene indicato come De
medietate Lunae o De media aetate Lunae, cioè "il
periodo medio di una luna", cioè circa un mese. Tuttavia, un mese lunare
dura 28 gg, mentre la sua carica è durata un pò di più, cioè 33 giorni.
Papa Giovanni Paolo II
Il 110º papa,
identificato con papa Giovanni Paolo II, reca il motto De
labore Solis. In latino "labor", letteralmente "fatica,
lavoro", accostato a Solis reca il sinonimo di eclissi, pertanto il
significato della locuzione potrebbe essere "Dell'eclissi di sole";
nacque infatti il 18 maggio 1920,
giorno di una eclissi solare parziale (non visibile però dal luogo di nascita,
avvenuta nel pomeriggio presso l'Oceano Indiano meridionale [5]).Parimenti,
morì il 2 aprile 2005, giorno però
senza eclissi. Tuttavia, la sua salma fu esposta imbalsamata - secondo il rito
del Novendiale - fino all'8 aprile 2005, quando avvenne un'eclissi solare ibrida,
anch'essa però non visibile da Roma.[6].
Altra interpretazione
del motto sarebbe quella dei numerosissimi viaggi fatti dal pontefice in tutto
il mondo, mentre un'altra teoria, ancor più divagante, è quella di aver
riavvicinato, dopo secoli, la Chiesa Cattolica di Occidente e quella Ortodossa
di Oriente, insieme alla fede dell'ex blocco comunista dell'Europa orientale,
dal quale egli proveniva, e identificato per tutti gli europei come la terra a
est, dove sorge il sole. Così come i numerosi incontri con le altre fedi dell'Asia, il continente del sol levante. A questa
metafora, si ricondurrebbero anche altre sua esperienze, in quanto ricordato
come il papa che rivoluzionò le antiche tradizioni della Chiesa di Roma,
mostrandosi come il papa di una nuova era e di un risorgimento cattolico
mondiale e portando in tutto il mondo la Parola di Cristo. A tutto ciò si
aggiungerebbe il riferimento al Miracolo del sole avvenuto
a Fátima,
mistero mariano a cui fu molto legato.
Papa Benedetto XVI
Il 111º papa,
identificato con papa
Benedetto XVI, è descritto come De gloria olivae. Il
motto De gloria olivae è stato collegato al nome
"Benedetto" perché alcuni benedettini sono
anche chiamati "monaci olivetani". Da notare che nell'araldo del Papa
è raffigurata un persona di colore sul lato destro (sinistro rispetto
all'osservatore) simbolo della Diocesi di Frisinga di cui fu arcivescovo. Il
termine "olivae" è stato collegato al colore di questo viso di moro.
Il 26 aprile 2009 Benedetto ha proclamato santo Bernardo Tolomei, fondatore dell'ordine degli
Olivetani. Interpreti calligrafici che hanno visionato i
documenti originali sostengono che si può leggere De gloria divae,
fondendo "ol" in "d".[senza fonte]
La profezia di Malachia (in latino Prophetia
Sancti Malachiae) è una lista di 112 brevi frasi in latino, da alcuni
ritenute una premonizione attribuita
a San Malachia di Armagh.[1][2]
La lista ha la pretesa di descrivere tutti
i papi (compresi
alcuni antipapi) partendo
da Celestino II (eletto
nel 1143), e si conclude
con un papa descritto come "Petrus Romanus" il cui
pontificato, secondo la profezia, terminerà con la distruzione della città
di Roma.
Provenienza [modifica]
La profezia fu pubblicata nel 1595 da Arnold de Wyon, uno storico benedettino, come
parte del suo libro Lignum Vitæ. Wyon attribuisce la lista a San Malachia,
vescovo di Armagh nel XII secolo. Secondo
la versione tradizionale, nel 1139,
Malachia fu chiamato a Roma da Papa Innocenzo II. A
Roma Malachia ebbe una visione di futuri papi; Malachia riportò la visione, con
una sequenza di passaggi criptici, in un manoscritto dal titolo Prophetia
de Summis Pontificibus. Il manoscritto fu depositato negli Archivi Vaticani e
successivamente dimenticato fino alla sua riscoperta nel 1590.
Dall'altra parte, è stato rilevato che nella biografia di Malachia scritta
da Bernardo di Chiaravalle non ci sono menzioni
della profezia; e non ci sono citazioni della profezia prima della sua
pubblicazione nel 1595.[3] Molti,
compresa l'ultima edizione della Enciclopedia Cattolica, suggeriscono che la profezia
sia un falso del XVI
secolo; alcuni hanno suggerito che sia stata realizzata dal falsario
umbro Alfonso
Ceccarelli attorno al 1590.[4]
Alcuni hanno suggerito che sia stata creata da Nostradamus e
attribuita a Malachia perché un veggente non sarebbe stato attaccato per aver
profetizzato la distruzione del papato. I sostenitori della profezia, come lo
scrittore John Hogue, sostengono che sebbene l'autore della profezia sia
incerto, le predizioni restano valide.
I motti [modifica]
Malachia avrebbe descritto ciascuno dei 111 (o 112, a seconda delle
versioni) futuri pontefici attraverso un "motto"; i motti vanno da
papa Celestino II (1143-1144) fino alla fine dei tempi, descrivendo il destino
dei papi e della Chiesa Cattolica. Non tutti i "motti" hanno la
stessa precisione, alcuni sono molto generici. In particolare, nello scorso
secolo, si è sottolineata la precisione dei motti anteriori al 1600 (cioè
anteriori alla comparsa della presunta profezia) e la minore precisione di
quelli successivi. Tuttavia l'avvicendarsi di quelli che secondo la profezia
sarebbero gli ultimi papi dei tempi (secondo alcune interpretazioni papa
Benedetto XVI sarebbe il penultimo), ha riportato l'attenzione
su questa profezia.
Profezie sui papi anteriori al 1595 [modifica]
Si riportano alcuni esempi:
- papa Celestino II (Ex castro Tiberis = "da un castello sul Tevere". Il papa era originario di Città di Castello);
- papa Lucio II (Inimicus expulsus = "nemico espulso, cacciato". Papa Lucio II aveva il cognome "Caccianemici");
- papa Eugenio III (Ex magnitudine montis= "dalla grandezza del monte". Papa Eugenio III era signore di Montemagno);
- papa Alessandro III (Ex ansere custode = "dall'oca custode". Lo stemma familiare del Papa raffigurava, fra l'altro, un'oca);
- papa Celestino V (Ex eremo celsus = "elevato da un eremo"; Papa Celestino V era un eremita).
Profezie sui papi posteriori al 1595 [modifica]
- papa Urbano VIII (Lilium et rosa= "il giglio e la rosa". Papa Urbano VIII era originario di Firenze, che ha un giglio rosso nello stemma);
- papa Pio VII (Aquila rapax= "aquila rapace, ladra". Papa Pio VII fu rapito da Napoleone, il cui stemma era un'aquila);
- papa Leone XII (Canis et coluber = "cane e serpente". Papa Leone XII fu definito dai suoi collaboratori fedele alla causa della Chiesa come il cane ed allo stesso tempo prudente nei suoi attacchi come un serpente);
- papa Pio IX (Crux de cruce. Il pontificato di Pio IX vide l'unificazione italiana sotto i Savoia, nel cui stemma vi era una croce).
Profezie su papi recenti [modifica]
Leone XIII
Il 102º papa ha il motto
"Lumen de coelo". L'emblema di Gioacchino Pecci era una stella cometa
sullo sfondo del cielo.
Pio X
Il 103º papa ha il motto
"Ignis ardens". Per la sua bontà e la sua ardente fede, Giuseppe
Sarto fu proclamato santo. Si potrebbe anche ricordare con quanto zelo egli
combatté il Modernismo.
Benedetto XV
Il 104º papa ha il motto
"Religio depopulata". Il pontificato di Giacomo della Chiesa fu
funestato dagli avvenimenti della Grande Guerra e dai numerosi lutti che ne
conseguirono. Il motto sembra riferirsi all'enorme numero di cattolici che
caddero sul fronte di guerra, ma potrebbe esserci anche un accenno alla
terribile epidemia di spagnola, che fece ancora più vittime partendo proprio
dalla Spagna, un paese cattolico.
Pio XI
Il 105º papa ha il motto
"Fides intrepida". La fede di Achille Ratti, nativo di Desio, lo
indusse a lanciare coraggiosi anatemi contro il comunismo e contro il fascismo
ed il nazismo rampante (enciclica Mit Brennender Sorge, "Con ardente
preoccupazione").
Papa Pio XII
Il 106º papa della
profezia, identificato con papa Pio XII, reca
il motto Pastor angelicus. Il cognome di Pio XII è Pacelli che,
come amava ricordare lo stesso pontefice, in latino vuol dire "Pace del
Cielo" (Pax caeli) e pertanto viene collegato alla profezia. In vita fu
soprannominato Pastor Angelicus e gli fu dedicato un cine-documentario, in cui
Pio XII recitò nel ruolo di se stesso, con questo titolo.
Papa Giovanni XXIII
Il 107º papa,
identificato con papa
Giovanni XXIII, è indicato come Pastor et nauta (pastore
e marinaio). Il pontefice, in quanto tale, è pastore di anime, ma è possibile
che nella storia della Chiesa non tutti i papi l'hanno
trasmesso[che vuol dire?]. Ecco perché si
dice[chi dice?] che: "Lo
Spirito Santo richiamò la sua Chiesa con una forte Irruzione, per far cambiare
rotta con papa Giovanni XXIII". Roncalli fu Patriarca
di Venezia, antica potenza marittima, ed ancora oggi porto di mare.
Inoltre era di umili origini.
Papa Paolo VI
Il 108º papa,
identificato con papa
Paolo VI, viene descritto come Flos florum (fiore dei
fiori). Lo stemma papale di Paolo VI riporta tre gigli.
Papa Giovanni Paolo I
Il 109º papa,
identificato con papa Giovanni Paolo I, viene indicato come De
medietate Lunae o De media aetate Lunae, cioè "il
periodo medio di una luna", cioè circa un mese. Tuttavia, un mese lunare
dura 28 gg, mentre la sua carica è durata un pò di più, cioè 33 giorni.
Papa Giovanni Paolo II
Il 110º papa,
identificato con papa Giovanni Paolo II, reca il motto De
labore Solis. In latino "labor", letteralmente "fatica,
lavoro", accostato a Solis reca il sinonimo di eclissi, pertanto il
significato della locuzione potrebbe essere "Dell'eclissi di sole";
nacque infatti il 18 maggio 1920,
giorno di una eclissi solare parziale (non visibile però dal luogo di nascita,
avvenuta nel pomeriggio presso l'Oceano Indiano meridionale [5]).Parimenti,
morì il 2 aprile 2005, giorno però
senza eclissi. Tuttavia, la sua salma fu esposta imbalsamata - secondo il rito
del Novendiale - fino all'8 aprile 2005, quando avvenne un'eclissi solare ibrida,
anch'essa però non visibile da Roma.[6].
Altra interpretazione
del motto sarebbe quella dei numerosissimi viaggi fatti dal pontefice in tutto
il mondo, mentre un'altra teoria, ancor più divagante, è quella di aver
riavvicinato, dopo secoli, la Chiesa Cattolica di Occidente e quella Ortodossa
di Oriente, insieme alla fede dell'ex blocco comunista dell'Europa orientale,
dal quale egli proveniva, e identificato per tutti gli europei come la terra a
est, dove sorge il sole. Così come i numerosi incontri con le altre fedi dell'Asia, il continente del sol levante. A questa
metafora, si ricondurrebbero anche altre sua esperienze, in quanto ricordato
come il papa che rivoluzionò le antiche tradizioni della Chiesa di Roma,
mostrandosi come il papa di una nuova era e di un risorgimento cattolico
mondiale e portando in tutto il mondo la Parola di Cristo. A tutto ciò si
aggiungerebbe il riferimento al Miracolo del sole avvenuto
a Fátima,
mistero mariano a cui fu molto legato.
Papa Benedetto XVI
Il 111º papa,
identificato con papa
Benedetto XVI, è descritto come De gloria olivae. Il
motto De gloria olivae è stato collegato al nome
"Benedetto" perché alcuni benedettini sono
anche chiamati "monaci olivetani". Da notare che nell'araldo del Papa
è raffigurata un persona di colore sul lato destro (sinistro rispetto
all'osservatore) simbolo della Diocesi di Frisinga di cui fu arcivescovo. Il
termine "olivae" è stato collegato al colore di questo viso di moro.
Il 26 aprile 2009 Benedetto ha proclamato santo Bernardo Tolomei, fondatore dell'ordine degli
Olivetani. Interpreti calligrafici che hanno visionato i
documenti originali sostengono che si può leggere De gloria divae,
fondendo "ol" in "d".[senza fonte]
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